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Chi siamo

DomusDiabete nasce da un progetto comune voluto da 4 amiche Aurora, Anna, Daniela e Valentina

La nostra amicizia è nata nel 2008, ci siamo conosciute perché tutte e quattro abbiamo il Diabete di tipo1, tra di noi è nata subito un intesa, sicuramente c’era l’esigenza e la necessità di scambiarci informazioni, notizie e consigli sul diabete.

Ognuna di noi ha un passato e un approccio diverso con la malattia ma il confronto di pensieri ed emozioni ci ha aiutato anche a gestirci meglio.

In questi anni abbiamo sempre sostenuto che la conoscenza delle informazioni e il confrontarsi con gli altri è fondamentale per convivere meglio con il diabete. Ci siamo impegnate, in particolare nella regione Lazio, a conoscere altri diabetici, a cercare di aiutarli e a collaborare con i medici, infermieri e associazioni per riuscire a saperne sempre di più rispetto alla malattia.

Ci siamo rese conto che purtroppo tra noi pazienti c’è ancora troppa ignoranza e troppi tabù con i quali dobbiamo combattere.

Da qui si è sviluppata l’idea di creare un sito internet dove accogliere tutte le persone interessate a informarsi sul diabete, ma anche semplicemente a raccontare sensazioni emozioni o esperienze.

Vogliamo che DomusDiabete diventi veramente un luogo accogliente come una “casa”, dove ognuno si possa sentire libero di entrare e trovare degli amici.

Pancreas artificiale made in Italy, potrebbe essere in commercio nel giro di un anno

Questo è quanto dice Prof. Claudio Cobelli, docente di ingegneria biomedica e capo dell’equipe di ricerca dell’Università di Padova che ha sviluppato il sistema del pancreas artificiale, nell’intervista rilasciata a Ludovica Angelini che si può leggere per intero qui. (fonte http://www.bussolasanita.it)

 

Tra meno di due anni sarà disponibile per i pazienti diabetici un pancreas artificiale con connettività remota wi-fi in grado di rilevare il livello di glicemia e di calcolare la quantità di insulina da iniettare.

Questo sistema permetterà ai pazienti malati di diabete mellito di tipo 1 di non dover più rischiare l’ipoglicemia o l’iperglicemia, soprattutto durante le ore notturne. Il buon controllo glicemico permetterà inoltre di ritardare l’insorgere di complicanze legate alla patologia che possono intaccare organi come i reni, gli occhi e il sistema nervoso.

Le prime due domande poste al Prof.:

Professor Cobelli, in cosa consiste questo prototipo di pancreas artificiale?

Il pancreas artificiale è un sistema composto da più elementi che monitora i livelli di glucosio presente nel sangue. La glicemia rilevata dal sensore sottocutaneo invia il segnale ad un tablet che a sua volta calcola, tramite un algoritmo matematico, l’insulina necessaria da iniettare. Il tutto avviene in modalità wireless e senza l’apporto umano. L’algoritmo, oltre a regolare la corretta dose di insulina da iniettare, è in grado di emettere allarmi in caso di ipoglicemia e di bloccare l’infusione di insulina.

Quali e quanti sono gli elementi che compongono il dispositivo?

Il pancreas artificiale si compone di quattro elementi: il sensore sottocutaneo, il ricevitore wireless, il tablet e la pompa artificiale (foto in basso, in ordine dal numero 1 al numero 4). Il sensore con ago viene posto sotto cute ed è direttamente collegato al ricevitore wifi a cui invia dati riguardo i livelli di glicemia nel sangue.

Alla domanda della disponibilità in Italia il Professore ci dice che dovremmo attendere la fine del 2017 e il 2018 per vedere i primi prototipi commerciali. Prevedo che già nel 2019 si potrebbero avere in Europa tre o quattro versioni diverse del sistema.

fonte: http://www.bussolasanita.it/schede-2363-il_pancreas_artificiale_migliorera_la_vita_dei_diabetici

 

Da leggere anche Wired.it  che ci parla del pancreas artificiale e del miglioramento delle tecniche di monitoraggio dei livelli di glicemia, Eversense Senseonics il primo sistema per il monitoraggio continuo del glucosio impiantabile che dura fino a 90 giorni.

Ecco il cane che fiuta le crisi di diabete

Due anni e mezzo di addestramento, un istruttore presto anche a Pavia per formare i cani che possono aiutare i loro padroni ammalati di Anna Ghezzi.

Fonte: La Provincia Pavese

TORRE D’ISOLA. Annusano il sudore e la saliva del loro amico bipede con il diabete e possono riconoscere una crisi ancora prima che lui se ne accorga, andando a chiamare i soccorsi. Sono i cani addestrati dagli istruttori del progetto Serena, nato dall’idea di una signora di Verona con il diabete di tipo 1 (quello insulino – dipendente) con l’obiettivo di aiutare bambini e giovani con il diabete a prendersi cura di se stessi con l’aiuto di un amico a quattro zampe.

Per diventare un cane fiuta-diabete servono due anni e mezzo di addestramento con un istruttore qualificato. «Ci sono razze più o meno portate – spiega Roberto Zampieri, istruttore con 25 anni di esperienza che quattro anni fa ha cominciato questo percorso a Verona scrivendo il metodo di addestramento che ha presentato all’agriturismo Il Campone di Santa Sofia di Torre d’Isola con l’Associazione Giovani con il diabete onlus (Agd) di Pavia – ma noi abbiamo addestrato anche tantissimi meticci».

Continua a leggere su: http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2017/03/26/news/il-cane-che-fiuta-le-crisi-di-diabete-1.15095706

 

Diabete e religione. I consigli Sid per gestire il diabete nel Ramadan

Fonte: LiberoQuotidiano.it

Un comportamento appropriato e consapevole durante il periodo di Ramadan può tradursi in benefici duraturi per i soggetti con diabete. Per questo il paziente deve ricevere adeguate informazioni sui rischi del digiuno, sulla necessità di monitorare la glicemia capillare, sull’attività fisica, sulla terapia nutrizionale così come sul trattamento farmacologico già nel periodo che precede il Ramadan stesso. Obiettivi questi raggiungibili attraverso un’adeguata sensibilizzazione dei diabetologi italiani. Per tale motivo la Società Italiana di Diabetologia (Sid) ha deciso di facilitare la gestione di questa nuova situazione clinica con un position paper di facile consultazione su diabete e Ramadan. In passato, altre società scientifiche internazionali si sono occupate di questo argomento, ma non è stato finora possibile redigere delle linee guida formali. Non ci sono ancora infatti sufficienti dati da studi randomizzati e controllati sul trattamento del diabete durante il Ramadan.

“La SID – afferma il professor Giorgio Sesti presidente della Società Italiana di Diabetologia – è una società scientifica che pone al centro della sua attività la cura e il benessere della persona con diabete senza discriminazioni di genere, razza, cultura, religione, livello sociale. Il crescente numero di stranieri residenti in Italia ha portato lo specialista diabetologo a dover prendersi cura di persone con diabete di religione musulmana che seguono la pratica del digiuno durante il Ramadan. Per tale morivo la Sid ha voluto preparare un documento sulla gestione del diabete durante il Ramadan, un periodo particolarmente problematico dal punto di vista della gestione terapeutica per via del digiuno protratto durante le ore diurne. La Sid ha deciso di facilitare la gestione di questa nuova situazione clinica con un documento di consultazione che tratta della gestione complessa del diabete durante il Ramadan. La Sid è sicura che il presente documento possa fornire adeguate informazioni per facilitare la presa in carico del paziente diabetico di religione musulmana che vuole affrontare in sicurezza  il digiuno durante il periodo del Ramadan allo scopo di favorire una piena integrazione socio-sanitaria e il rispetto della libertà di culto”.

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