Un evento straordinario sul fronte della pediatria, seguito, col fiato sospeso, dal mondo di Facebook. Un lavoro di squadra su un neonato affetto da diabete neonatale che, grazie a un tempestivo e innovativo intervento, potrà vivere senza la schiavitù dell’insulina. Il successo dei medici è stato seguito – e commentato – ora dopo ora, successo dopo successo, dal popolo della rete: medici, scienziati, ricercatori. E parenti di bambini con analoghe patologie, tutti su fb a fare il tifo per il gruppo di dottori. Tutti a fare il tifo per il piccolo Cristiano che potrà, ora, vivere una vita meno complicata e dolorosa. Protagonisti del lavoro – il primo al mondo effettuato su un bambino così piccolo – sono medici della Sun (reparto di diabetologia pediatrica), del Cardarelli (terapia intensiva neonatale) e dell’Università di Tor Vergata. Ogni passaggio del loro intervento è stato raccontato in diretta agli amici del network.

Ma andiamo per ordine. Il giorno di Natale nasce il piccolo Cristiano. Le sue condizioni appaiono subito gravi. Viene trasportato al Cardarelli, il verdetto è quasi immediato: iperglicemia in soggetto con diabete neonatale (patologia rara, 3-4 casi all’anno in Italia). Vengono allertati il professore Francesco Prisco, del dipartimento pediatria della Sun, il professor Dario Iafusco, diabetologio pediatrico e la dottoressa Angela Zanfardino, dello stesso reparto, esperta di tecnologie. Spiega Iafusco: «I bambini con diabete fanno tre, quattro somministrazioni al giorno di insulina o usano il microinfusore sottocutaneo di insulina. Nei bambini solitamente il diabete è autoimmune. Vale a dire che il sistema immunitario si attiva per distruggere le cellule del pancreas deputate alla secrezione di insulina».

Giacchè il bambino è molto piccolo e non può essere spostato dalla terapia intensiva del Cardarelli, dove viene seguito dalla dottoressa Floriana Damiano, i medici della Sun decidono di tenerlo in cura in quel reparto. «Iniziamo con la somministrazione di insuilina ogni due poppate. Appena compie un mese lo trasferiamo alla Sun dove gli collochiamo un infusore sottocutaneo di insulina collegato ad holter gligemicio real time che gli fa la glicemia sottocutanea ogni minuto e comunica i dati al microinfusore». In questo modo i valori della glicemia si normalizzano, ma con la prospettiva di dover tenere per tutta la vita il microinfusore.

«A questo punto inviamo un prelievo di sangue per effettuare l’analisi genetica, al professor Fabrizio Barbetti della ”Tor Vergata” di Roma che apre i laboratori giorno e notte per capire perchè il pancreas del piccino non funziona. Pochi giorni dopo la notizia: questo bambino ha subito avuto una mutazione del gene dei canali del potassio delle betacellula pancreatiche. A quel punto ci si attiva per far preparare dall’equipe del professore Libero Berrino della Sun una medicina galenica che, assunta per bocca in gocce, riesce a superare il difetto genetico, a risensibilizzare le betacellule all’iperglicemia ed a far produrre al piccolo la giusta quantità di insulina». Dopo 48 ore il bambino normalizza la glicemia e sospende definitivamente la somministrazione di insulina. Ora il piccino anzichè fare insulina più volte al giorno per tutta la vita se la caverà con un paio di goccine ogni otto ore. «È il il bambino più piccolo al mondo trattato in questo modo» dice non senza una punta di orgoglio il professore Iafusco

 

(articolo di Marisa La Penna,Il MATTINO)